Finalmente abolito il copyright sui contenuti prodotti con fondi pubblici

Ci voleva l'intervento dei cosiddetti "saggi" per fare questo grande passo innovativo... ma l'importante è che sia stato fatto. Sì, perchè è proprio una mossa saggia quella di abolire il diritto d'autore su tutto ciò che è stato prodotto da enti pubblici e con finanziamento prevalentemente pubblico.
Una condizione già presente in altri ordinamenti giuridici e che l'Italia, presa da faccende più urgenti, non aveva mai preso seriamente in considerazione.
Ma ecco che con la prima riunione dei "saggi" (nominati da Napolitano) tenutasi questa mattina al Quirinale, il primo passo è stato effettuato.
La bozza definitiva, fresca di approvazione, sarebbe tra l'altro immediatamente esecutiva poichè rientrerebbe nell'ambito di una delega legislativa già attribuita con la legge 967 del 29 febbraio 2013 e necessiterebbe solo l'adozione sotto forma di Decreto Ministeriale.
Dunque, testi, immagini, video, musiche, tramissioni televisive, contenuti multimediali, siti web, banche dati e anche software: tutto senza vincoli di diritti d'autore e diritti connessi a condizione che siano prodotti da un ente pubblico o che comunque la loro produzione sia stata finanziata con fondi pubblici per più della metà.
Il provvedimento produrrebbe i suoi effetti a partire da 60 giorni dalla data della sua formale adozione. Dunque entro quest'estate dovremmo già riuscire ad avvantaggiarci di questa sostanziale innovazione.
Negativo ovviamente il parere del CPPC (Consorzio Produttori Pubblici di opere sotto Copyright), il quale minaccia di sollevare al più presto una questione di legittimità costituzionale.
"In effetti il provvedimento e soprattutto l'iter per la sua adozione destano qualche perplessità dal punto di vista costituzionale", dichiara il Professor Alvaro Meteccini dell'Università di Studi Giuridici e Sociali di Livorno.
Resta il fatto che nel periodo di operatività del provvedimento le opere prodotte prevalentemente con finanziamento pubblico saranno formalmente in pubblico dominio e potranno essere riutilizzate e ridistribuite da chiunque. Di conseguenza chiunque potrà diffonderle applicandovi strumenti per il rilascio in pubblico dominio (come ad esempio CC0) e quindi difficilmente esse potranno ritornare sotto il controllo degli originari titolari dei diritti.
Questo provvedimento realizza una situazione ancora più radicale e libera rispetta a quella che ho auspicato in un mio precedente post in materia di open data. Quindi, da parte mia, non posso far altro che salutare con giubilo questa scelta. Ma mi chiedo... davvero bisognava aspettare i saggi per farlo?
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addendum
ore 18:04 di lunedì 1° aprile 2013: la notizia è stata retweetata da @DatiGovIT

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addendum: hanno parlato di questo articolo...
- blog di Francesco Lanza
- mailing list della community GFOSS
- forum della community FountainGen.it


Commenti

Enrica Salvatori ha detto…
Ciao potresti fare degli esempi di questo genere di prodotti? Articoli scientifici di docenti universitari anche?
jvjean1971 ha detto…
Accidenti speriamo non sia una notizia da 1' aprile
Lazzaro ha detto…
Cosa succede(rebbe) a tutte le produzioni RAI?
Film e spettacoli teatrali finanziati dai fondi pubblici?
Tutte le esecuzioni liriche finanziata dallo stato diventerebbero di dominio pubblico alla sola condizione che l'autore sia morto... abbastanza?
Simone Aliprandi ha detto…
sì, di pubblico dominio. E senza la condizione che l'autore sia morto (cosa c'entra?!?). di pubblico dominio fin dall'inizio... dato che appunto non ci sarebbe alcun copyright.
ad ogni modo, il provvedimento è ormai stato adottato; si deve solo attendere il regolamento attuativo che verrà approvato dalla neocostituita Commissione Ministeriale per l'effettività dei decreti nella seduta del prossimo 31 aprile.
bottegascrittore ha detto…
Opere realizzate con finanziamenti pubblici significa che ogni contenuto Rai se questo decreto si trasforma in legge diventa libero oppure sono interessate solo le opere con patrocinio dei vari fondi pubblici (ad esempio fondo regionale per la cultura, etc)?
Simone Aliprandi ha detto…
nell'articolo si parla di un Decreto fondato su delega legislativa, quindi ha già forza di legge (salvo il sollevamento di una questione di legittimità costituzionale). quello che manca è il regolamento attuativo che compete Commissione Ministeriale per l'effettività dei decreti e che verrà approvato nella seduta del prossimo 31 aprile.