La crisi economica degli avvocati italiani e la questione delle incompatibilità

Segnalo interessante articolo sul problema delle incompatibilità professionali dell'avvocato che risultano sempre più irragionevoli alla luce delle recenti (e sicuramente non piacevoli) evoluzioni del mercato.
L'articolo si intitola Sulla crisi economica degli avvocati italiani ed è uscito il 13 maggio 2013 su Diritto.it (LINK) a firma di Maurizio Perelli. Riporto qui il passo più rilevante, ma invito alla lettura integrale dell'articolo.
[...] Sarebbe utile, per superare la gravissima crisi (di lavoro e di reddito) degli avvocati italiani [...], consentire agli avvocati di fare, con le necessarie garanzie  per  l'indipendenza  e  l'autonomia  della professione forense, anche un  altro  lavoro (dipendente o autonomo).
Se manca il lavoro a decine di migliaia di avvocati non li si costringa alla fame!
Inoltre, gli avvocati liberati da irragionevoli incompatibilità potrebbero essi stessi dar lavoro a dipendenti e fare impresa.
Siano  poi i  Consigli degli  Ordini forensi a  controllare  in concreto se la ulteriore  attività  che l'avvocato  voglia  fare  sia effettivamente fonte  di conflitto  di  interessi,  o  sia  minaccia  seria all'indipendenza e autonomia che devono esser richieste a un avvocato [...].
Il punto di vista dell'autore può di primo acchito sembrare eccessivo, ma ad una lettura completa risulta abbastanza condivisibile, specie se si guarda alla reale situazione di gran parte degli avvocati italiani. Inutile far finta che non sia così e cercare di tenere strette le maglie della professione con norme anacronistiche.

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