In pochi credono che il processo telematico partirà davvero il 30 giugno. Ecco gli esiti del nostro sondaggio

Presentiamo finalmente i risultati del sondaggio sul processo telematico lanciato nelle scorse settimane: solo il 10% dei rispondenti considera credibile la data del 30 giugno. Eppure…

L’antefatto

Per chi si fosse perso i post precedenti, ricostruiamo l’antefatto. Alla fine di febbraio ho deciso di lanciare un sondaggio per misurare quante persone percepiscono come davvero credibile la data del 30 giugno 2014 per il passaggio definitivo al processo civile telematico. L’iniziativa è stata gentilmente “adottata” da LeLeggePerTutti che ha provveduto a divulgare il link al form compilabile online e contenente un’unica semplice domanda: “Il 30 giugno 2014 ci sarà davvero il passaggio al processo civile telematico?”.
Le opzioni previste erano tre:
a) no, sicuramente si inventeranno una proroga;
b) sì, in questi mesi si riuscirà a predisporre tutto;
c) nessuno interverrà e quindi si lascerà il tutto al caos e all’autodeterminazione dei singoli tribunali.
Il sondaggio è rimasto aperto dalla mattina del 21 febbraio fino alle 23.59 del 10 marzo e in quel lasso di tempo ha raccolto 141 risposte.

L’esito del sondaggio

Come si può vedere nella rappresentazione grafica qui sotto, il sondaggio ha registrato le seguenti percentuali: 43% (60 risposte) per l’opzione A, 10% (14 risposte) per l’opzione B e 47% (66 risposte) per l’ipotesi C. 



Seguono alcune riflessioni sull’esito.

Il numero di rispondenti

Qualsiasi esperto di statistica obbietterebbe che un numero di 141 rispondenti è troppo ristretto per essere realmente rappresentativo. È vero. E io stesso mi meraviglio che in quasi 18 giorni siano state raccolte così poche adesioni; e mi meraviglio ancora di più se penso alla “potenza di fuoco” che ha un sito come LaLeggePerTutti in termini di visualizzazioni in rete e ai numerosi altri siti e colleghi che hanno dato visibilità alla notizia attraverso i loro blog e canali social (approfitto per ringraziarli tutti sentitamente).
Mi piace pensare che anche questo sia un dato che ci segnala lo scarso interesse riscontrato da questo tema che, a ben vedere, dovrebbe invece essere in questi mesi una delle principali preoccupazioni per i 260 mila avvocati attivi in Italia e altre decine di migliaia di operatori del settore giustizia (cancellieri, ufficiali giudiziari, giudici).

Le percentuali nelle risposte

Il dato più macroscopico che emerge dalle percentuali è la scarsissima fiducia nell’effettività della scadenza del 30 giugno. Solo il 10% dei rispondenti pensa che questi restanti tre mesi siano sufficienti per avviare efficientemente la macchina e che quindi dal 1° luglio la giustizia civile italiana farà realmente questo passo rivoluzionario.
Il 43% confida nel sopraggiungere di una proroga, nonostante le fonti ufficiali (anche con il recente cambio di guardia al Ministero della Giustizia) continuino a ribadire che non sarà possibile alcuna modifica alla data attualmente indicata nella legge e che quindi l’iter di digitalizzazione della giustizia sia ormai irreversibile. Ho scritto “confida” perché sono abbastanza sicuro che per molti avvocati questa sia una soluzione di comodo, che permetterebbe loro di guadagnare ancora un po’ di tempo e di non adeguarsi al nuovo modus operandi.
Il maggior numero dei rispondenti (47%) si è però espresso per l’ipotesi purtroppo meno auspicabile, che vede un rispetto solo sulla carta della scadenza del 30 giugno e di conseguenza una situazione di incertezza lasciata alla libera autodeterminazione dei singoli tribunali. E’ questa in effetti l’ipotesi peggiore ma -ahinoi- anche la più probabile. Quindi teniamoci preparati e soprattutto diamoci da fare per entrare nella nuova ottica, dato che tre mesi passano davvero alla svelta.

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Articolo uscito originariamente su LaLeggePerTutti il 20 marzo 2014 (vedi versione originale).

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