Il paese in cui il "portavoce" degli avvocati dice agli avvocati di violare la legge

Il titolo di questo post è volutamente provocatorio, ma è abbastanza emblematico della situazione paradossale che stanno vivendo gli avvocati italiani.
Per chi non fosse del settore, riassumo in poche righe la vicenda. Nel settembre 2016 un Decreto del Ministero della Giustizia (D.M. Giustizia 22/09/2016) ha stabilito l'obbligo per gli avvocati di dotarsi non solo di un'assicurazione sulla responsabilità professionale (già prevista da normativa precedente), ma anche di una polizza sugli infortuni. Quest'obbligo sarebbe decorso dall'11 ottobre 2017.
Da parte mia, a luglio di quest'anno mi sono attivato per sottoscrivere una polizza infortuni. Non l'ho fatto con molto entusiasmo, poiché non ritengo necessario averla; l'ho fatto solo per rispondere a un obbligo di legge. Circa 300 euro versati a una nota compagnia assicurativa, con la quale già due anni prima avevo sottoscritto la polizza sulla responsabilità professionale.
Fin qui tutto regolare. Arriva però la fatidica scadenza di ottobre e iniziano a circolare voci di una proroga. Avendo sondato che buona parte dei 240mila avvocati italiani non è pronta, il ministero concede la proroga e il problema si sposta in là di trenta giorni (10 novembre). Si noti che la proroga viene concessa con un Decreto formalmente in vigore dal giorno 10 ottobre (quindi 24 ore prima della scadenza) e che il CNF comunica agli avvocati la notizia con un comunicato dell'11 ottobre (a scadenza tecnicamente trascorsa).

Ho già espresso altrove la mia opinione sulle proroghe dell'ultimo minuto in questioni così delicate che impattano su centinaia di persone (non solo sugli avvocati e sulle loro famiglie, ma anche su chi lavora nel mondo delle assicurazioni); quindi rimando agli articoli "Slitta l’assicurazione professionale: l’odiosa prassi della proroga. In gioco è la credibilità dell’ordinamento giuridico" del 2013 (vedi articolo) e "Chi ha tempo aspetti tempo, tanto una proroga arriva sempre" del 2015 (vedi articolo), relativi ad altri due casi di fastidiose proroghe dell'ultimo minuto.

Il bello, comunque, deve ancora arrivare. In quel mese iniziano a circolare altre voci, che suonano davvero come una beffa: il Consiglio Nazionale Forense e il Ministero Giustizia stanno dialogando sulla possibilità di abolire quest'obbligo. Circolano twit, comunicati stampa e circolari a firma di Orlando (Ministro della Giustizia) e Mascherin (Presidente del CNF) in cui in sostanza si lascia intendere che di fatto è già presa la decisione di eliminare quest'obbligo.
La decisione è presa... tuttavia, la modifica della norma richiede ovviamente un iter legis non immediato. Risultato: ad oggi, 15 novembre, l'obbligo è formalmente in vigore da cinque giorni... anche se l'Avv. Mascherin ha diffuso un comunicato del CNF in cui si dice agli avvocati che non avessero ancora sottoscritto la polizza di aspettare gli esiti del suddetto iter legis (riporto qui sotto immagine del comunicato a firma dell'Avv. Mascherin e datato 13 novembre... quindi a scadenza ormai trascorsa da tre giorni).
Di fatto, è come se con questo comunicato, in virtù di una questione di buon senso e razionalità, si esortassero gli avvocati a violare una norma di legge pienamente in vigore; e, come effetto collaterale, è come se si dicesse a quelli che invece hanno rispettato la scadenza che sono "fessi" o quantomeno che sono stati "troppo precipitosi".

Egregio Ministro, Egregio Collega Mascherin: non credo di essere stato precipitoso (quando ho sottoscritto la polizza l'obbligo era in vigore da 10 mesi e mancavano 2 mesi e mezzo alla scadenza), ma in effetti mi sento un po' "fesso" per aver confidato ingenuamente ed erroneamente nella serietà del sistema giustizia italiano.
Tengo a precisare che non ce l'ho specificamente con qualcuno dei protagonisti della vicenda: non ce l'ho con l'Avv. Mascherin che sta cercando in qualche modo di tutelare gli interessi della categoria (anche se fuori tempo massimo); non ce l'ho con il Governo o con il Legislatore (anche se credo non sia questo il modo di gestire certe questioni). Ce l'ho appunto con un sistema che per l'ennesima volta penalizza chi è stato preciso e ligio agli obblighi deontologici e di legge. Sinceramente, è abbastanza svilente e demotivante.

Con osservanza (e con rammarico),
Avv. Simone Aliprandi




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