Se vuoi bene al tuo gatto devi portarlo a benedire!

Ho scoperto solo oggi che ieri nella mia città (notoriamente cattolica-conservatrice) si è tenuta la cerimonia di benedizione degli animali (per la ricorrenza di Sant'Antonio). Pur avendo anch'io un passato da oratoriano, questa ennesima reminiscenza di superstizione medievale me l'ero proprio persa. Ovviamente io ho lasciato i miei gatti belli tranquilli sul loro divano preferito... ma ho visto su Facebook foto e filmati delle varei iniziative e non ho potuto fare a meno di notare la sofferenza provata da alcuni poveri animali.
Passi per animali abituati a circolare per strade e piazze affollate (cani, cavalli...); ma ho visto anche molte sportine con dentro gatti e altri animali non proprio "da guinzaglio".
E la cosa singolare è che tra coloro che hanno preso parte a questa iniziativa vi sono accaniti sostenitori dei diritti degli animali, attivisti di prima linea nelle varie associazioni di volontariato per la protezione degli animali.
Forse devo ripassarmi l'etologia del gatto, ma avendone avuti molti in casa sono quasi sicuro di cosa possano apprezzare e cosa invece non sopportino.
Infatti... il gatto è tipicamente felice di stare chiuso in una sportina, fuori dal suo ambiente famigliare, al freddo, in una piazza piena di gente che urla e di cani che abbaiano... con davanti un tizio che agita dell'incenso o che gli schizza addosso dell'acqua. Ma soprattutto, oltre ad essere felice di tutto ciò, è contento e sereno perché lui lo sa che la benedizione ricevuta lo preserverà dal male e dal peccato. 

Commenti